Perché le barche a vela devono essere più scomode di quelle a motore? Da questo ragionamento Andreas Schochl, il giovane boss del cantiere austriaco Sunbeam, che da 65 anni produce scafi a vela da 20 a 50 piedi, si è messo all’opera. Così un cantiere che aveva fatto della tradizione il suo punto di forza, ha realizzato una vera rivoluzione dando vita al Sunbeam 32.1, lungo 10 metri ma grande come un 12 metri. Rivoluzionaria perché rompe ogni schema.

Il giovane Schochl ha radunato il meglio della nautica, il progettista sloveno Jerney Jacopin (inventò i Bavaria negli anni ‘80) e il designer austriaco Gerard Kiska (disegna le moto KTM). Il risultato è veramente rivoluzionario. Se parliamo di spazio, il Sunbeam 32.1 ha due soluzioni mai viste.

sunbeam 32.1La rivoluzione Sunbeam 32.1

A prua ci sono più metri quadrati utilizzabili per il comfort di bordo che in pozzetto. Se parliamo di zona poppiera, il designer Kiska si è inventato una piattaforma che che fuoriesce dal piano di calpestio che raddoppia lo spazio fruibile. Ma non è finita, per vivere meglio all’aria aperta, come su una terrazza, ha ideato un sistema di tende che coprono tutta la superficie poppiera, con il risultato anche di ridurre la temperatura interna, grazie alle ampie zone ombreggiate. E se parliamo di interni, l’idea del del designer è stata quella di eliminare porte e angoli morti per creare un grande, luminoso, loft.

L’estetica della barca è anch’essa fuori dagli schemi. Assomiglia ad un’auto avveniristica più che a una barca tradizionale. Un po’ come la barca neozelandese che ha appena vinto la Coppa America. Per lo scafo, la garanzia è nelle capacità di Jacopin. Doppia ruota e doppia pala del timone, con la possibilità di scegliere tra tre tipi di lama di deriva: lunga, corta o a doppio bulbo. Con quest’ultima opzione la barca quando viene tirata a terra si sostiene senza bisogno di invaso.

Una barca eco. Per davvero

Ma il Sunbeam 32.1 è qualcosa di rivoluzionario anche dal punto di vista ecologico. Integrati nel portello scorrevole di accesso sottocoperta ci sono pannelli solari in grado di ricaricare le batterie (al litio) in 5/7 giorni. La costruzione poi utilizza in parte tessuti in fibra di lino, in luogo della nociva vetroresina. Il rivestimento di coperta è realizzato con un nuovo materiale, il Resystadeck, che sembra legno ma invece è composto da lolla di riso, sali di cristallo, olii minerali. Il risultato: non viene tagliato nessun albero. Tutti i tessuti (anche della tenda) sono realizzati al minimo con il 23% di filati riciclati. A chi si rivilge questa rivoluzinaria barca di soli 10 metri? “A tutti i giovani di cuore, alle coppie, alle famiglie” sintetizza Andreas Schochl.

Trovi il Sunbeam 32.1 e contatti l’importatore Race Nautica all’interno del nostro salone nautico digitale www.milanoyachtingweek.com, nella sezione cantieri dove trovi Sunbeam.

Federico Rossi
Author:Federico Rossi

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